martedì 2 dicembre 2008

Quattro punti di sutura

Caro blog, perdonami! Un assenza così lunga non l'avevo proprio messa in conto, ma l'evolvere dei fatti che costruiscono la mia vita ha reso necessario un periodo d'intenso staudio...(eeeeehhhhhhhhh). Comunque... Stasera ho proprio tanta voglia di scrivere qualcosa, finalmente. Quello che mi porta a pigiare i tastini del mio pc nuovo nuovo (regalo della family per la mia laurea...) è un racconto teatrale a cui ho assistito stasera. Un amico ha tenuto una serata pseudoartistica, in cui ha parlato. Di tutto. Sì, perchè questo mio amico ha il raro dono del saper raccontare. Non si tratta semplicemente di sintassi, di frasi corrette o di tempi giusti. No, no, è molto di più. E' tutto un insieme di forze misteriose che ti catturano, che quando comincia a parlare non puoi non perderti dietro le sue parole. E tu ti senti come Pollicino, un pò stupido e un pò bambino, e segui le briciole che questo narratore si lascia dietro di sé nella speranza che ti conducano ad un giardino segreto meraviglio. Tra i suoi tanti vaneggiamenti, questo mio amico ha fatto rivevere in me un momento lontano nel tempo, fissato nella memoria come uno dei più belli della mia vita. Bisogna tornare indietro di dieci anni, esattamente al 31 maggio del 1998. Per un patito di basket, o meglio, per un bolognese che segua il basket, questa data non è affatto una data qualsiasi... Si gioca la finale scudetto tra Virtus Kinder e Fortitudo TeamSystem, il derby dei sogni, il derby di BasketCity.

Gara 5: ultimo atto. 27 secondi e 51 centesimi alla fine delle ostilità: la Fortitudo conduce 71 a 68, con uno dei suoi uomini migliori, Gregor Fucka, in lunetta. Due tiri liberi per solcare il divario definitivo. Il palazzetto è spaccato in due: i virtussini pregano perchè sbagli, i fortitudini pregano perchè quella misera trentina di secondi si esaurisca al più presto. Fucka segna il primo, stracciato. V 68, F 72: quattro punti. Il secondo è sul ferro, poi esce. Riparte il cronometro, inesorabile: 27, 26... La palla è in mano ad Abbio, il capitano della Kinder. 25, 24... I bianconeri non hanno uno schema, e le speranze diminuiscono ad ogni inesorabile ticchetio di lancetta. 23, 22... Abbio finta la penetrazione e lascia la palla tra le mani di Sasha Danilovic, che per un virtussino è il fratello minore di Dio. 21, 20... Sasha fa un passo verso il centro, si porta dietro il suo marcatore, il grande Dominique Wilkins, stella dal passato NBA. 19... Sasha sente la mano del giocatore fortitudino sul braccio, e pensa "Ora mi alzo, tiro e prendo il fallo". Sasha si alza. E tira...

Stop. Fermo-immagine. Il pallone fermo nel punto più alto della sua traiettoria, con Danilovic in aria, le braccia ancora stese nel vuoto ad accompagnare la sfera. Wilkins piegato sulla gambe, in posizione difensiva, che la osserva, e pensa "Non può andare...". L'arbitro Zancanella con il fischietto tra le labbra, che ancora vibra per via del suono che ha appena emesso. Carlton Myers, il miglior giocatore che la Fortitudo abbia probabilmente mai avuto, in piedi, che dalla panchina osserva con una smorfia il pallone, e forse sa già come andrà a finire. Per l'ennesima volta...

Gara 1 l'avevano vinta grazie a lui, i fortitudini. Grazie a un Carlton in versione MJ che con 34 punti meravigliosi aveva trascinato la F ad una vittoria carica di effetto. Per tradizione, chi vince la prima gara della sessione si porta a casa il tricolore. E per la Fortitudo e per Myers sarebbe stato il primo. Dopo una rimonta tanto rapida quanto inaspettata, la TeamSystem è sotto di uno a un niente dalla fine. Poi, in una situazione rocambilesca, il giocatore argentino della Virtus Ugo Sconochini commette un'infrazione a 8 decimi (e dico 8 decimi...) dalla fine. David Reevers, il piccoletto della Fortitudo, li mette entrambi. +1 F.
Gara 2 alla Virtus, ma di sole due lunghezze, combattuta fino alla fine.
Gara 3 è della Fortitudo, che tiene a bada la Virtus e porta a casa il 2 - 1.
Gara 4 sembra decidere la vittoria degli eterni perdenti, di quelli che in tre finali cosecutive raggiunte non hanno mai portato a casa la coccarda più importante (mentre la Virtus, all'epoca, ne contava già 13). A 50 secondi dalla fine la TeamSystem è avanti di 2, 57 a 55. A 41" dal suono della sirena il grande Alessandro Abbio ne mette dentro tre, dopo un errore difensivo di Wilkins (proprio lui...). +1 Virtus. Nell'attacco che si sviluppa successivamente Myers sbaglia in caduta, e la palla è delle V nere, a 14" dal termine. Non appena comincia l'azione, Abbio viene fermato con un fallo dallo stesso Myers, quando di secondi ne mancano solo 9. Il capitano visrtussino realizza il primo tiro libero. +2 Kinder. Sbaglia il secondo, ma Nesterovic prende il rimbalzo. Tutto fatto? No, l'arbitro vede un'invasione della lunetta e consegna la palla nelle mani della Fortitudo, che ha la possibilità di ripartire con una rimessa. La palla va subito a Carlton, che però viene stoppato da Antoine "Le Roi" Rigadeau. Rimessa TeamSystem a 1"75 dal termine. La palla direttamente nelle mani di Wilkins (ancora e inesorabilmente lui...), che si libra in volo. La palla s'impenna, sembra nella giusta direzione, ma tocca il ferro nella parte interna, per poi uscire. La Virtus si aggiudica gara 4, si torna in parità: è necessaria gara 5...

Eravamo rimasti a quel tiro da tre. Danilovic, lo Zar, in salto, e la palla che vola, vola, vola...per poi ricadere dove doveva. Tripla stracciata da oltre otto metri. E fallo di Wilkins, il ché vuol dire: tiro libero aggiuntivo. Sasha, che non ci crede nemmeno lui, riscatta quella che, probabilmente, fino a quel momento era stata la peggior partita della carriera, mettendo a segno un tiro da quattro punti e riportando la gara in parità. Quando poi pochi istanti dopo Reevers si palleggia sui piedi e perde l'ultima palla utile alla Fortitudo per risolvere il match, ho capito che era fatta. I supplementari sono il tripudio di Sasha, che con 5 minuti giocati alla sua maniera mette buona la Fossa, da solo, senza bisogno di idranti o manganelli... Vince la Virtus, ma non vince 86 - 77, come recita il tabellone. Vince la Virtus, 72 - 72, con una magia del suo Zar, il più grande di tutti...

« Non posso mettermi a parlare di basket con gente normale, che non gioca al mio livello, gente che non sa. Altri miei colleghi fanno i comizi, pensano con questo di diventare più bravi, più popolari. Che continuino pure, per me parlano i risultati: c'è chi può e chi non può, io modestamente...può. È la legge del più forte. »
("Sasha" Danilović)

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